Da "Catalogo delle opere d'arte - pittura, scultura, arazzi"
A cura di A. Trombadori, V. Rivosecchi, G. Selvaggi
Leonardo Arte - Camera dei deputati, 1993
Dopo aver studiato presso Solimena a Napoli si trasferisce a Roma (1707 ca). Nel 1718 è nominato accademico di San Luca. Le prime opere, per la Cappella della Pietà dell'Abbazia di Montecassino (oggi distrutte), datano al 1704-1706, del 1707 è l'Adorazione dei Magi al Museo di Tours. A Roma dipinge Pale d'altare per la Chiesa di S. Clemente (1714, Madonna del Rosario; 1716, S. Clemente fa scaturire l'acqua), San Giovanni in Laterano (Il Profeta Geremia, 1718), Santa Cecilia (Trionfo di Santa Cecilia, 1724). Si deve a lui la decorazione di Palazzo De Carolis. Altre opere importanti sono a Siena (affresco con la piscina acrobatica, nella Chiesa dell'Ospedale di S. Maria della Scala) e a Napoli. Nel 1731 viene eletto Accademico d'onore dell'Accademia Fiorentina. Conca lascia Roma solo nel 1745, per recarsi dapprima a Napoli alla corte di Carlo VIII e poi a Gaeta. Nel 1741, quando dipinge il quadro di Cristo in casa di Marta e Maria, è all'apice del suo successo, dovuto in parte al mecenatismo e alla stima del Cardinale Ottoboni (morto nel 1740). Il dipinto, ora nel Refettorio di Vicolo Valdina, era stato trasferito nella controfacciata della Chiesa di Santa Maria in Campo Marzio. Il restauro e l'analisi fotografica, precedenti la sua sistemazione nella collocazione originaria, hanno portato alla scoperta della firma. E' oggi considerato come un esempio delle tendenze "protoneoclassiche" affermatisi durante il papato Lambertini (1740-1758). Conca sembra rinunciare agli effetti scenografici barocchi risalendo a una spazialità classica, "emiliana" attraverso l'esempio del Maratta.
Bibliografia
F. Borsi, L'Insula millenaria, Officina edizioni, Roma 1984