oggetto | dipinto |
soggetto/titolo | Il grande volo |
autore/ambito | Gianni Dova |
datazione | 1966 |
materia e tecnica | tecnica mista su tela |
misure | cm. 130x162 cm. 134x167 (con cornice) |
proprietà | Camera dei Deputati |
inventario | 55304 |
acquisizione | acquisto |
autore della fotografia | Giuseppe Schiavinotto, 2008 |
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Per approfondire | |
Opere darte moderna e contemporanea Pittura e scultura
Nellesperienza multiforme di Dova, che va dalla figurazione elegiaca allastrattismo e allo Spazialismo, la conoscenza di Lam e Matta avvia una personale rilettura di suggestioni surrealiste (o metarealiste) che connoterà la produzione matura, caratterizzata anche da un trattamento cromatico smaltato, traslucido.
Gianni Dova studia al Liceo Artistico di Milano, dove si trasferisce nel 1939. Tra i suoi primi incontri, Birolli, Cassinari, Migneco, Morlotti e, all'Academia di Brera, l'insegnamento di Aldo Carpi, Carlo Carrà e Achille Funi. Nel 1946 con Morlotti, Peverelli e altri firma il manifesto "Oltre Guernica" e l'anno successivo espone alla mostra nazionale d'arte astratta allestita a Milano dall'editore Bompiani. Il primo mercante con cui collabora è Carlo Cardazzo che lo accoglie nella "Galleria del Cavallino" a Venezia. Nel 1951 aderisce allo "Spazialismo", pur distinguendosi i suoi dipinti da ogni generica soluzione manieristica di quella tematica. Nella seconda metà degli anni '50 gli incontri con Wifredo Lam, Sebastian Matta e altri surrealisti, contribuiscono alla precisazione del suo stile metamorfico. Il tema del volo, tipico in lui in chiave mitologica dall'inizio degli anni '60, si configura come attento risultato di una raffinata "scrittura automatica" in cui macchie e tasselli di colore, effetti di materie traslucide e controllate superfici in "craquelé" si organizzano in originali composizioni definite "evocazioni magiche del mondo".
Bibliografia essenziale
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