oggetto | dipinto |
soggetto/titolo | Palazzo Madama a Torino |
autore/ambito | Giacomo Grosso |
datazione | 1903 |
materia e tecnica | olio su tela |
misure | cm. 396x296 cm. 405x306 (con cornice) |
proprietà | Camera dei Deputati |
inventario | 20929 |
acquisizione | acquisto |
autore della fotografia | Giuseppe Schiavinotto, 2005 |
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Per approfondire | |
Opere d’arte moderna e contemporanea – Pittura e scultura A cura di C. Pirovano Leonardo International – Camera dei deputati, 2006 Famoso ai suoi tempi per l’eccezionale abilità mimetico-riproduttiva, sfoggiatasi sia in composizioni narrative di grande fascino aneddotico, sia in accattivanti ritratti di rutilante presenza moderna, il pittore torinese sapeva misurare la propria indiscutibile bravura nei dipinti meno aulici di paesaggio e veduta urbana, orchestrati a puntuale precisione, valorizzati da un non banale vigore coloristico. Da “Catalogo delle opere d’arte – pittura, scultura, arazzi” A cura di A. Trombadori, V. Rivosecchi, G. Selvaggi Leonardo Arte – Camera dei deputati, 1993
Frequenta l’Accademia Albertina a Torino, primeggiando per la precoce abilità manuale. Nel 1884 un suo dipinto a grandi tinte d’effetto, La cella delle pazze, ottiene un clamoroso successo fondato soprattutto sul confronto fra l’età dell’autore e la conoscenza da lui rivelata dei trucchi del mestiere. Si reca a Parigi nel 1886, interessandosi più della perizia accademica di Carolus Durand che della potenza degli Impressionisti e delle novità che sulla loro scia andavano maturando. Anche nell’ambito dei valori caratterizzanti il panorama del secondo Ottocento in Italia, non uno dei movimenti che hanno carattere antiaccademico attira la sua attenzione. Di pari passo la sua abilità riproduttiva, quasi imbalsamatrice del vero, va crescendo fino a renderlo oggetto dei più facili applausi del pubblico e dei riconoscimenti ufficiali tra i quali quello della cattedra di figura all’Accademia Albertina e quello di ritrattista della Corte, dell’alta borghesia e dello Stato. In una certa misura fanno eccezione al tasso di bravura esteriore che domina la sua produzione i “paesaggi”; spesso vi si ravvisa una non banale capacità di rendere il clima atmosferico e ambientale così della campagna come della città. Il dipinto Palazzo Madama a Torino, pur essendo il frutto di un incarico decorativo-documentario, raduna, al di là della precisione figurativa della costruzione, accenti di colore e presenze particolari animate di un certo vigore espressivo.
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