oggetto | dipinto |
soggetto/titolo | Vaso con boccioli |
autore/ambito | Giovanni Stradone |
datazione | 1965 |
materia e tecnica | olio su tela |
misure | cm. 40x50 cm. 64,4x74,5 (con cornice) |
proprietà | Camera dei Deputati |
inventario | 43368 |
acquisizione | acquisto 30/10/1965 |
autore della fotografia | Marco Baldassari, 2012 |
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Per approfondire | |
Opere d’arte moderna e contemporanea – Pittura e scultura A cura di C. Pirovano Leonardo International – Camera dei deputati, 2006 Stradone resta a lungo in bilico fra le sollecitazioni espressionistiche delle risultanze sconcertanti dell'esplorazione della realtà, fissata come presenza di allucinati fantasmi (si tratti di ritratti, nature morte, rovine archeologiche) e l'urgenza autonoma della materia pittorica, secondo i dettami delle tendenze astratto-informali ampiamente attive nel clima internazionale del dopoguerra; ma pur nell’allucinata vitalità autonoma della forma, la misura ultima dell'immagine si attesta su referti e scandagli decifrabili ancora in termini in qualche modo obiettivi
Da “Catalogo delle opere d’arte – pittura, scultura, arazzi” A cura di A. Trombadori, V. Rivosecchi, G. Selvaggi Leonardo Arte – Camera dei deputati, 1993
In gioventù compie gli studi classici e frequenta a Roma lo studio di Ferruccio Ferrazzi, dedicandosi contemporaneamente all'entomologia. Dopo l'esordio in linea con il "tonalismo" cresce la sua carica espressionista. Ritratti, scorci della Roma archeologica e degli anni Trenta, nature morte dagli oggetti fantasmi, disegni con soggetti da circo e solitudini di periferia, denotano un nutrimento pittorico di alta qualità che fonde in modo del tutto imprevedibile la febbre di Ensor e la fissità di Morandi. "Allucinanti ci appaiono le immagini dello Stradone - scrive Giorgio de Chirico - quasi che emanino un fluido sconcertante. Ma nello stesso tempo cominciamo a renderci conto come la semplificazione, a volte estrema, di alcune inquadrature sia il risultato di una complessa analisi della realtà obiettiva, colta tuttavia nei suoi elementi essenziali". Con Toti Scialoja, Arnaldo Ciarrocchi, Piero Sadun, Stradone forma dopo la guerra il gruppo denominato da Cesare Brandi dei "quattro artisti fuori strada". Sadun e Scialoja si convertiranno presto alle regole astratto-informali mentre Stradone imposterà, quasi a titolo di scommessa, il suo lavoro di coerente elaboratore dell'espressionismo continuando a riferirsi in modo fantastico e con uso del tutto libero della materia pittorica, alla misura antropomorfica e oggettiva. Bibliografia essenziale G. de Chirico, Giovanni Stradone, Ed. De Luca, Roma 1965
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