oggetto | dipinto |
soggetto/titolo | Vaso di fiori |
autore/ambito | Giovanni Omiccioli |
datazione | 1957 |
materia e tecnica | olio su tela |
misure | cm. 27x55 cm. 50x74 (con cornice) |
proprietà | Camera dei Deputati |
inventario | 54008 |
acquisizione | acquisto 26/06/1957 |
autore della fotografia | Giuseppe Schiavinotto, 2008 |
La Camera dei deputati è a disposizione degli aventi diritto per ogni questione relativa alle immagini pubblicate e provvederà, ove necessario, alle opportune rettifiche o correzioni | |
Per approfondire | |
Opere d’arte moderna e contemporanea – Pittura e scultura A cura di C. Pirovano Leonardo International – Camera dei deputati, 2006
Lungo tutto il suo percorso creativo Omiccioli interpreta con fervoroso candore le componenti popolaresche della poetica più tipica della “Scuola Romana”, sia nelle manifestazioni di vita corrente e di costume, di abitudini e vezzi consolidati, sia soprattutto nella evocazione tra nostalgica e fiabesca di luoghi definiti come per contaminazione dalla quotidianità disadorna ma calorosa della gente; la periferia urbana come la campagna anonima sono il luogo deputato di una saga in tono minore, talvolta umbratile, ma più spesso crepitante di trattenuta vitalità, che si riflette nella espressività ostentata dei toni e nel rilievo canterino dell’impasto cromatico.
A cura di A. Trombadori, V. Rivosecchi, G. Selvaggi
Leonardo Arte – Camera dei deputati, 1993
Giovanni Omiccioli inizia a dipingere a Roma alla fine degli anni ‘20, entrando in contatto con l’ambiente della Scuola romana. Espone alle Quadriennali di Roma e partecipa al “Premio Bergamo” segnalandosi per l’amoroso stupore dei suoi paesaggi della periferia romana, orti, sterrati, case in costruzione, campetti di calcio, dove il carattere popolare e disadorno dei luoghi s’anima del calore d’una pittura tonale di timbro fiabesco al limite del naif. I suoi punti di riferimento sono Mafai e Ziveri. Pur rimanendo il periodo tra la fine degli anni ’30 e l’inizio del ’50, quello che meglio denota originalità di visione e intensità espressiva nella pittura di Omiccioli, anche nelle successive esperienze, come ad esempio nel paesaggio marino di Scilla, da lui ripetutamente rappresentato, non va del tutto smarrita la capacità di evocare più che di descrivere la presenza dei luogo. Titolo e data del dipinto Spiaggia a Mortelle si desumono dal catalogo della Biennale di Venezia del 1952, dove fu esposto. Esiste nella collezione della Camera anche un pastello (inv. n. 25418).
Bibliografia essenziale
G. Bassani, Omiccioli, Ed. De Luca, Roma 1952 |