oggetto | dipinto |
soggetto/titolo | Barca a vela |
autore/ambito | Enrico Paulucci |
datazione | 1936 |
materia e tecnica | olio su tela |
misure | cm. 62x38 cm. 82x58 (con cornice) |
proprietà | Camera dei Deputati |
inventario | 40293 |
acquisizione | acquisto 08/05/1968 |
autore della fotografia | Giuseppe Schiavinotto, 2007 |
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Per approfondire | |
Opere d’arte moderna e contemporanea – Pittura e scultura
I due dipinti di Paulucci custoditi a Montecitorio fissano momenti significativi, quasi polari, dell’itinerario creativo dell’artista: il primo documenta la rarefatta eleganza della stagione dei “Sei di Torino”, il gruppo di cui Paolucci faceva parte, nel contesto di intrigante assonanza con le poetiche internazionali che rivalutavano il colore nei confronti della forma plastica; il secondo, invece, negli anni ’60, dichiara i tributi, peraltro già ampiamente filtrati, alla sperimentazione astratta del dopoguerra.
Da “Catalogo delle opere d’arte – pittura, scultura, arazzi”
Espone la prima volta nel 1924 alla Promotrice di Torino, poi con i pittori del "secondo futurismo", Dottori, Fillia, Prampolini, Pozzo, sempre a Torino nel 1926. Nl 1928 alla Biennale di Venezia. Si avvicina poi ai pittori con cui formerà il gruppo dei "Sei di Torino": Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio. Dopo il lungo periodo delle mostre dei "Sei" tra il 1929 e il '31, compie lunghi viaggi all'estero e torna a stringere maggiori legami con Felice Casorati. Dopo la guerra si volge all'astrattismo e all'informale. E' insegnante di pittura a poi direttore dell'Accademia Albertina di Torino. Per una fortuita coincidenza i due dipinti Barca a vela e Barche in rada denunciano lo stesso soggetto e consentono di confrontare le conseguenze di quel programmato cambiamento di gusto e di stile che è stato tipico di alcuni artisti italiani nel secondo dopoguerra. Biografia essenziale
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