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Medea
Achille Funi
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oggetto dipinto
soggetto/titolo Medea
autore/ambito Achille Funi
datazione 1966
materia e tecnica olio su tela
misure cm. 70x120
cm. 85x135 (con cornice)
proprietà Camera dei Deputati
inventario 49919
acquisizione acquisto  22/06/1967
autore della fotografia Marco Baldassari, 2011
La Camera dei deputati è a disposizione degli aventi diritto per ogni questione relativa alle immagini pubblicate e provvederà, ove necessario, alle opportune rettifiche o correzioni
Per approfondire

Opere d’arte moderna e contemporanea – Pittura e scultura

A cura di C. Pirovano

Leonardo International – Camera dei deputati, 2006


 

La stagione ultima di Funi, già protagonista di primo piano della pittura italiana, nella riproposizione di un particolare classicismo, tra forte connotazione letteraria, ma anche proba maestria tecnica (vedi la pratica dell’affresco), si affida ad una anacronistica rivisitazione dei modi rinascimentali in improbabili attualizzazioni di cronaca; la figura femminile (e in misura minore il paesaggio) ne è protagonista assoluta, solare, anche se un poco ambigua.



 

 

 

Da “Catalogo delle opere d’arte – pittura, scultura, arazzi”

A cura di A. Trombadori, V. Rivosecchi, G. Selvaggi

Leonardo Arte – Camera dei deputati, 1993

 

La lunga carriera di Achille Funi inizia intorno al 1914 con l’adesione al gruppo “Nuove tendenze” e la partecipazione al Futurismo. Dopo la guerra, insieme ad altri artisti e a Margherita Sarfatti, dà vita al “Novecento italiano”, di cui sarà una delle figure preminenti anche sul piano organizzativo. Dalla fine degli anni ’20 in poi il fulcro dell’attività di Funi va individuato nell’aspirazione estetizzante a un classicismo integrale. Dopo la seconda guerra mondiale si dedica oltre che all’insegnamento (Accademia di Brera, Accademia di Carrara di Bergamo) alla realizzazione di affreschi e alla pittura di paesaggio. Talvolta ritorna al tema prediletto della figura femminile in chiave mitologica, ma più che alla sopravvivenza del mito si ispira ad un malinconico anacronismo.I dipinti Dalila, con un paio di forbici e la testa di Sansone e Medea sono due di queste tipiche rivisitazioni. Medea, scrive Raffaele de Grada, “ha il coltello in mano ma non fa davvero paura a nessuno con quel suo fare di ragazzina spaventata”.

 

Bibliografia essenziale

G. de Chirico, Funi, Ed. Hoepli, Milano 1940; M. Sarfatti, Storia della pittura moderna, Milano 1930; R. de Grada, Achille Funi, Ed. Galleria Carini e Centro d’Arte, Milano 1970; L. Scardino, Achille Funi e il mito di Ferrara, Ferrara 1985


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