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Ragazzo ridente
Ottone Rosai (Firenze 1895 - Ivrea (TO) 1957)
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oggetto dipinto
soggetto/titolo Ragazzo ridente
autore/ambito Ottone Rosai (Firenze 1895 - Ivrea (TO) 1957)
datazione 1928
materia e tecnica olio su cartone
misure cm. 64,5x73
cm. 88.5x99 (con cornice)
proprietà Camera dei Deputati
inventario 11573
acquisizione acquisto  08/04/1970
mostre Arte a Montecitorio, Roma, Camera dei deputati, 26/12/1994 - 26/02/1995
Montecitorio e la bella pittura 1900 - 1945, Roma, Camera dei deputati, 01/03/2004 - 09/04/2004
autore della fotografia Giuseppe Schiavinotto, 2004
La Camera dei deputati è a disposizione degli aventi diritto per ogni questione relativa alle immagini pubblicate e provvederà, ove necessario, alle opportune rettifiche o correzioni
Per approfondire

Opere d’arte moderna e contemporanea – Pittura e scultura


A cura di C. Pirovano


Leonardo International – Camera dei deputati, 2006

 

L’umanità dolente del suburbio moderno immortalata da Rosai sia nelle scene di vita sia in figure singole ritagliate in prepotente presenza iconica, si riveste, quasi a stridente contrasto, di una materia cantante, perfino stridula. La forza emblematica dell’immagine si definisce nella verità senza orpelli dei protagonisti ma anche nella latente tensione che ne informa la presenza vitale, diretta.

 

 

 

Da “Catalogo delle opere d’arte – pittura, scultura, arazzi”


A cura di A. Trombadori, V. Rivosecchi, G. Selvaggi


Leonardo Arte – Camera dei deputati, 1993

 

Il Ragazzo ridente del 1928 è un'opera di notevole importanza per ricostruire il percorso del grande maestro toscano. Nel 1927-28 l'artista riprende a dipingere dopo un periodo di quasi cinque anni marcati da sconforto e miseria. Il 1928 è l'anno di un capolavoro, Giocatori di toppa, un grande quadro molto vicino a questo per il trattamento della materia e per quella presenza di sofferta umanità venuta a popolare il deserto delle varie edizioni della sua celebre Via Toscanella, dipinte dal 1922. La Vecchina appartiene, all'opposto, al periodo in cui Rosai concentra la sua attenzione sulla figura umana in uno spazio non caratterizzato e quasi astratto. "Al 1941 - scrive Pier Carlo Santini - appartengono fra l'altro una serie di piccoli quadri. L'immagine si illeggiadrisce attraverso impreziosimenti che, anche per le riprese iconografiche, rimandano ai primi anni Venti". Il dipinto presenta analogie con uno Studio di donne al lavoro, datato 1923, pubblicato da L. Cavallo, Rosai, 1973, tav. CLVIII.

Bibliografia essenziale


L. Cavallo, Rosai, Ed. Galleria Il Castello, Milano 1973; Catalogo della mostra Ottone Rosai, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma 1983, a cura di D. Durbè, C. L. Ragghianti, P. C. Santini, Ed. Vallecchi, Firenze 1983


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