oggetto | dipinto |
soggetto/titolo | Marina |
autore/ambito | Edoardo Dalbono |
datazione | 1910 |
materia e tecnica | olio su tela |
misure | cm. 71x45 cm. 85.5x59.5 (con cornice) |
proprietà | Camera dei Deputati |
inventario | 55300 |
acquisizione | acquisto 27/04/1961 |
autore della fotografia | Giuseppe Schiavinotto, 2008 |
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Per approfondire | |
Opere d’arte moderna e contemporanea – Pittura e scultura
A cura di C. Pirovano
Testimonianza degli anni maturi del maestro napoletano, ne documenta egregiamente la predilezione per le notazioni atmosferiche sensibili e misurate, attente alle modulazioni dell’ora, senza sovraccarichi di tipo pittoresco puramente descrittivi; anche la semplicità dell’impostazione spaziale porta ad una visione sospesa e laconica, decisamente antiretorica.
Da “Catalogo delle opere d’arte – pittura, scultura, arazzi” A cura di A. Trombadori, V. Rivosecchi, G. Selvaggi
È da annoverarsi fra i “piccoli maestri” della pittura napoletana a cavallo tra Ottocento e Novecento come uno dei più autentici, dei più schivi dall’indulgere al pittoresco. Anche se non privo di notazioni di colore locale è pittore rigoroso e laconico. Francesco Netti, pittore e fine scrittore d’arte a lui contemporaneo lo qualificò come colui che “più che Napoli dipinse l’atmosfera di Napoli”. È per questi motivi che se le sue fonti vanno ricercate, più che in Domenico Morelli, in Giacinto Gigante le sue simpatie per l’esperienza “macchiaiola” intorno agli anni ’70 confermano la sua sensibilità al nuovo. Durante un soggiorno a Parigi, Dalbono non sfugge all’attenzione del mercante Goupil che lo tiene a contratto per alcuni anni. La sua relativa infatuazione per i modi di Mariano Fortuny risulta, tuttavia, controllata nel senso che il tocco variopinto e volante del pennello più che all’effetto mira all’arricchimento dell’”atmosfera” di quel luogo, di quell’ora, di quella combinazione di oggetti nella semplificata veduta. Il dipinto Marina è databile al primo decennio del Novecento. Bibliografia essenziale
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