oggetto | dipinto |
soggetto/titolo | Carro siciliano e carrettiere |
autore/ambito | Renato Guttuso (Roma 1912 - Roma 1987) |
datazione | 1946 |
materia e tecnica | tecnica mista su carta intelata |
misure | cm. 81x76 cm. 108x102 (con cornice) |
proprietà | Camera dei Deputati |
inventario | 37811 |
acquisizione | acquisto 26/04/1965 |
mostre | Cento anni d'arte italiana 1870 - 1970, Tokio, , Aprile 1982 Renato Guttuso, Torino, Palazzo Bricherasio, dal 17/02/2005 al 29/05/2005 prorogata al 12/06/2005 |
autore della fotografia | Giuseppe Schiavinotto, 2004 |
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Per approfondire | |
Opere d’arte moderna e contemporanea – Pittura e scultura
Nell’immediato dopoguerra, quando è protagonista indiscusso della linea realista, fortemente impegnato anche in termini di coinvolgimento politico-ideologico, nella dura polemica sulla definizione del nuovo linguaggio dell’arte, Guttuso ripropone una particolare modulazione del neocubismo picassiano (codificato idealmente sull’icona mitica di Guernica), esasperando l’incisiva strutturazione del segno lineare sopra stesure diluite e velate fin quasi all’eliminazione delle corpose paste cromatiche tipiche della produzione giovanile; ma conservando, anzi esasperando i contrasti timbrici che rispondono alla precarietà dei tagli dinamici dell’immagine, con effetti di estrema mobilità, scorci di cronaca di sapore cinematografico. Da “Catalogo delle opere d’arte – pittura, scultura, arazzi”
Il 1938, anno al quale il pittore ha attribuito il piccolo dipinto Cristo deriso, è uno dei più importanti nel suo percorso creativo. È l'anno della mostra alla "Galleria della Cometa" che gli assegna un ruolo di primo piano nell'ambiente artistico romano, ed è l'anno in cui inizia a dipingere la Fuga dall'Etna, il quadro che esposto al "Premio Bergamo" del 1940 susciterà grande eco a livello nazionale. Il Cristo deriso deve la sua importanza anche alle successive vicende della pittura di Guttuso. Appare infatti come una prima messa a punto della tematica del martirio che l'artista inizia a riconsiderare in una chiave religiosa ben allegorica del vissuto degli anni fra la guerra di Etiopia e di Spagna e la Seconda Guerra Mondiale. Due anni dopo, Guttuso inizierà a dipingere il suo capolavoro, La Crocifissione, dichiarando in un appunto: "Voglio dipingere questo supplizio del Cristo come una scena di oggi... come simbolo di loro che subiscono oltraggio, carcere supplizio per le loro idee... le croci (le forche) alzate dentro una stanza. I soldati e i cani, le donne scarmigliate, discinte, piangenti al lume di candela (la candela di Guernica)... " uno spunto di queste idee è già nel Cristo deriso. Dipinto otto anni più tardi il dipinto Carro siciliano e carrettiere è parte di una serie dello stesso motivo e reca i segni dell'ulteriore lavoro linguistico di Guttuso, con la traduzione in chiave di "realismo nuovo" sui valori emblematici del cubismo picassiano al traguardo di Guernica.
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