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Madre con bambino
Giacomo Manzù
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oggetto scultura
soggetto/titolo Madre con bambino
autore/ambito Giacomo Manzù
datazione 1968
materia e tecnica ebano
misure cm. 70x158x59
proprietà Camera dei Deputati
inventario 20410
acquisizione acquisto  20/03/1968
mostre Manzù grande mostra antologica di Palazzo Venezia, Roma, Palazzo Venezia, dal 28/11/2002 al 02/03/2003
Vo(l)to di donna, Roma, Sala della Regina, Palazzo Montecitorio, Dal 01/10/2016 al 09/01/2017
autore della fotografia Giuseppe Schiavinotto, 2004
La Camera dei deputati è a disposizione degli aventi diritto per ogni questione relativa alle immagini pubblicate e provvederà, ove necessario, alle opportune rettifiche o correzioni
Per approfondire

Opere d’arte moderna e contemporanea – Pittura e scultura

A cura di C. Pirovano

Leonardo International – Camera dei deputati, 2006

L'opera di Manzù nel suo complesso si pone fra le più alte testimonianze di un umanesimo moderno, non privo di dissidi e di lacerazioni, inquietudini e contraddizioni fortemente impregnate di istanze religiose e sociali, sui temi dell'amore, della morte, della pace, dell'umana sofferenza e del suo riscatto. La scelta del legno scuro riconduce l'invenzione ad un traslato più umile, rispetto alla freddezza del bronzo, conferendole un afflato più caldo, di artigianale accessibilità.

 

Da “Catalogo delle opere d’arte – pittura, scultura, arazzi”

A cura di A. Trombadori, V. Rivosecchi, G. Selvaggi

Leonardo Arte – Camera dei deputati, 1993

 

Dodicesimo figlio di un calzolaio, inizia la sua lunga carriera a 11 anni nella bottega di un intagliatore in legno, frequentando poi, dal 1921, la Scuola serale di plastica decorativa Fantoni di Bergamo. Nel 1927 è affascinato dalla scultura antica delle porte di San Zeno e dai calchi della Gipsoteca dell’accademia Cignaroli. Deciso di dedicarsi interamente all’arte, si reca a Parigi (1929) ma, in breve, vinto dalla fame, è costretto a tornare a Bergamo.

Nel 1930 si stabilisce a Milano e qui, grazie anche all’acume e all’amicizia dell’editore Giovanni Scheiwiller, autentico “talent scout” che gli dedica la prima monografia, comincia ad affermarsi. Si lega d’amicizia con Renato Birolli, Aligi Sassu, Luigi Grosso e Edoardo Persico. Partecipa nel 1932 con i primi tre a una collettiva alla Galleria del Milione. Nel 1936 fa ritorno a Parigi ed ha per lui grande importanza l’incontro con la scultura di Rodin. Nel 1937 tiene la prima personale alla galleria “La Cometa” promossa e diretta a Roma dal pittore Corrado Cagli e dal poeta e critico Libero de Libero. Nel 1938 riporta un notevole successo alla Biennale di Venezia. Nel 1940 inizia ad insegnare scultura: all’Accademia di Brera di Milano, all’Accademia Albertina di Torino, alla Sommerakademie di Salisburgo. Dopo la Liberazione una sua grande mostra di assuntiva è ordinata al Palazzo Reale di Milano. Nel 1948 invitato alla Biennale di Venezia con una sala personale, ottiene il Premio per la scultura italiana.

A Salisburgo gli viene commissionata la prima importante opera pubblica: la porta bronzea per la Cattedrale (inaugurata nel 1958), che sarà seguita da altre due consimili imprese, in San Pietro in Vaticano (1964: sedici anni dopo la vittoria del concorso) e nella Chiesa di St. Laurens a Rotterdam (1968). Le tre porte sono rispettivamente dedicate all’Amore, alla Morte, alla Guerra e alla Pace. Complessivamente riassumono le riflessioni di un grande artista sulla sofferenza e sul suo riscatto.

Dal 1964 vive ad Ardea, presso Roma, dove nel 1969 viene inaugurata la “Raccolta Amici di Manzù”, un’esposizione permanente, a mo’ di museo, integrata da un archivio documentario. A proposito della Porta della morte in San Pietro un passo di M. De Micheli ben dà la misura del suo intero percorso creativo: “Questo tema è strettamente connesso con la dialettica spirituale di Manzù il quale, pur distaccandosi dalla fede cattolica, ha sempre avuto un particolare interesse ai problemi della Chiesa e soprattutto a quei sintomi di una coscienza cattolica inquieta, impegnata a risolvere positivamente e in maniera avanzata antichi dissidi e pregiudizi. Non è un caso che egli, nel ‘53, abbia modellato il grande Ritratto del cardinal Lercaro, cioè di uno dei primi protagonisti di questa azione di rinnovamento, così come non è un caso la sua amicizia, risalente al 1956, col patriarca di Venezia, Angelo Giuseppe Roncalli, che più tardi diventerà Papa Giovanni XXIII. La stessa vicenda della Porta di San Pietro è legata a questa amicizia o rapporto. Ed è proprio nei rilievi di questa porta che, finalmente, l’intera tematica delle ‘Crocifissioni’, dei ‘Cardinali’ e dei ‘Vescovi’ ha trovato la sua più sicura ed esauriente conclusione”.

La Madre con bambino è un’opera di alta qualità, tra le più rappresentative dei sentimenti dell’artista. La forma è solenne e, al tempo stesso, intimamente raccolta. L’uso dell’ebano conferisce alla superficie un effetto di levigata fermezza, ravvivata da calde e nitide luci.

 

Bibliografia essenziale

G. Scheiwiller, Manzù, Milano 1932; A. Trombadori, La Biennale Veneziana in “La Ruota” maggio-agosto 1938, pp. 88-89; M. De Micheli, Giacomo Manzù, Milano 1971; C. L. Ragghianti, Manzù, edizioni del “Milione”, Milano 1957; M. De Micheli, Manzù, F.lli Fabbri Ed., Milano 1988

 

 


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