oggetto | scultura |
soggetto/titolo | Fogliame con frutta |
autore/ambito | Alik Cavaliere |
datazione | 1965 circa |
materia e tecnica | bronzo |
misure | cm. 39x57x24 |
proprietà | Camera dei Deputati |
inventario | 56237 |
acquisizione | acquisto 14/07/1967 |
autore della fotografia | Marco Baldassari, 2012 |
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Per approfondire | |
Opere d’arte moderna e contemporanea – Pittura e scultura A cura di C. Pirovano Leonardo International – Camera dei deputati, 2006
Gli assemblaggi di elementi botanici, arbusti, fogliame, frutta, caratteristici degli anni sessanta, sono la risposta di Cavaliere ad una nuova sensibilità ecologica che mentre mette in discussione l'assoluta centricità dell'uomo nella plastica occidentale, instaura risposte emotive allarmate, sottilmente inquietanti, rispetto alla consistenza della forma.
Da “Catalogo delle opere d’arte – pittura, scultura, arazzi”
A cura di A. Trombadori, V. Rivosecchi, G. Selvaggi Leonardo Arte – Camera dei deputati, 1993
Nel 1938 si trasferisce con la famiglia a Milano dove frequenta l'Accademia di Belle Arti di Brera e, in seguito, la facoltà di Lettere e Filosofia. Esordisce nel 1945 nell'ambito del movimento realista. La sua prima mostra personale, alla galleria milanese "Colonna", è del 1951. Nella seconda metà degli anni '50 è stato assistente di Marino Marini all'Accademia di Brera. Negli anni ‘60 inaugura un ciclo di sculture a tutto tondo con l'andamento narrativo del bassorilievo. Queste sculture hanno un protagonista di nome Gustavo B e l'intero ciclo si intitola ‘Le avventure di Gustavo B'. Così le definisce Mario De Micheli: "Cavaliere dirige il suo racconto costruendo una vera e propria scena al suo personaggio: una scena di bronzo, di specchi, di plexiglass, che rappresentano alberi, muri, pareti, strade, stanze. Insomma l'ambiente in cui si compiono le gesta senza gloria del personaggio. Il linguaggio è scabro, asciutto, enunciativo. L'impressione è quella di un'allucinante immobilità. Certo che Cavaliere ha teso l'orecchio alle voci del surrealismo e del dadaismo, certo che ha rinnovato il suo dizionario formale alle fonti delle ricerche sgorgate nel dopoguerra, ma resta il fatto fondamentale che ‘Le avventure di Gustavo B' hanno una matrice precisa soprattutto nella sua personalissima storia". Gli "assemblages di arbusti e frutta", di cui fa parte anche l'opera di proprietà della Camera dei Deputati, divengono il tema prediletto a partire dal 1963, una vera e propria "stagione botanica" che, germinata per amore della natura ma con proiezione e fissità quasi surreale, alla Magritte, si svolge, subito dopo, in una direzione di allarme ecologico: le piante si spengono, si cicatrizzano, si pietrificano. Negli anni ‘70 l'arte di Cavaliere si ricollega con dichiarato gusto "da palcoscenico" alla sequenza di "Gustavo B" con l'uso di oggetti reali inseriti in elementi di finzione plastica, come, ad esempio, la ricostruzione, prima nel parco Middelhein e poi nel museo, di una strada col fluire della vita quotidiana ad Anversa. Questo tipo di espressione (che, dal francese "environnement", si potrebbe definire "coinvolgimento") rasenta la rinuncia definitiva ogni invenzione di immagini modellate e, quindi, alla scultura come "valore plastico", ma Cavaliere non la effettua fino in fondo. Bibliografia essenziale G. Ballo, Alik Cavaliere, Milano 1967; M. De Micheli, in La Scultura del Novecento, UTET, Torino 1981, pp. 246-249
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