La Camera dei deputati cura la buona conservazione del patrimonio artistico, di proprietà o in deposito, attraverso la costante verifica delle condizioni delle opere e programmando, con la collaborazione e la vigilanza degli enti proprietari (Soprintendenze e Musei), i necessari interventi di manutenzione o restauro.
Negli ultimi decenni, solo per richiamare gli interventi maggiormente significativi, si è proceduto a restaurare il Fregio allegorico dell'Aula, la collezione dei preziosi arazzi fiorentini in deposito dalle Gallerie degli Uffizi, gli arredi settecenteschi della Sala Aldo Moro, le Nozze di Cana di Paolo e Benedetto Caliari di proprietà della Pinacoteca di Brera.
Tra le iniziative messe in campo, si segnala che da ottobre 2020, la Sala della Sagrestia, presso il Complesso di Vicolo Valdina della Camera dei deputati, a seguito di opportuni adeguamenti impiantistici per garantire in particolare le migliori condizioni igrometriche del locale, è stata destinata a spazio per dar corso a interventi di restauro e conservazione dei beni artistici. Ciò consente una più puntuale vigilanza sulle diverse fasi degli interventi, oltre che una riduzione dei costi di movimentazione e assicurazione delle opere.
L'individuazione di uno spazio di restauro all'interno della sede parlamentare è anche la premessa per consentire ai visitatori di seguire dal vivo lo svolgimento del lavoro dei restauratori.
In parallelo, nel perseguire l'obiettivo di progressiva valorizzazione del patrimonio artistico della Camera, si è ritenuto opportuno ed interessante documentare su questo sito i più recenti interventi sui beni, attraverso un corredo di testi, foto e video che consentissero ai visitatori di "entrare" virtualmente dentro i laboratori di restauro della Sala della Sagrestia o dei professionisti incaricati.
Questi approfondimenti sono resi possibili anche grazie ai Musei proprietari dei dipinti in deposito, che hanno aderito con entusiasmo allo spirito dell'iniziativa. La loro collaborazione non si è, quindi, limitata all'attività istituzionale di vigilanza nell'esecuzione dei lavori, ma ha portato alla redazione di schede descrittive che, contemperando l'aspetto tecnico con quello divulgativo, raccontano il restauro e la storia dell'opera.