Brera acquistò la tavola nel 1839 dall'importante collezione milanese di Carlo Francesco Longhi ereditata dallo zio incisore Giuseppe professore a Brera. Tale collezione vantava rilevanti esemplari di pittura rinascimentale italiana accanto a una serie di dipinti olandesi che gli inventari non dettagliano.
La piccola tavola in cornice dorata modanata, dotata di un cartiglio metallico dorato probabilmente risalente agli anni di Corrado Ricci Direttore a Brera, è stata tradizionalmente qualificata come copia dal paesaggista olandese seicentesco autodidatta Jan Wijnants. In basso a destra la firma, oggi più leggibile grazie al restauro, appare apocrifa. E' plausibile che non si tratti di una copia (allo stato delle ricerche un modello puntuale non è emerso) ma piuttosto di una variante sul tema del modello del Wijnants conservato al Museo di Cleveland. Le varianti in quel momento rispondevano alle richieste del mercato che il gusto e la moda del primo Ottocento. Il dipinto braidense rappresenta dei contadini e dei buoi invece dei cacciatori con due cani e figurine di viandanti presenti nell'esemplare americano. Il linguaggio del maestro, riconosciuto come modello nell'Ottocento diviene un riferimento per la pittura di paesaggio. Wijnants, largamente diffuso anche tramite le versioni a stampa, è conservato nei più grandi musei di Amsterdam, Londra, Stoccolma, Madrid, Mosca e Vienna.
Il genere paesaggistico è tipico della produzione del secolo d'oro dell'Olanda, che sviluppa una vera e propria specializzazione e risponde alle esigenze del collezionismo mercantile seicentesco. I suoi effetti sono duraturi nel secolo XVIII (In Inghilterra Gainsborough) ma soprattutto XIX in tutta Europa (la Francia prima dell'Impressionismo).
Il paesaggio del piccolo dipinto riporta i tratti caratteristici di quella produzione nederlandese: è riconoscibile e non è idealizzato. La scena è costituita da praterie, declivi, boschi, fondi di città con l'aggiunta di figure, solitamente di mano di altro pittore. La costruzione d'insieme è resa dinamica dalla composizione di piani differenziati esaltati dall'uso del chiaroscuro. Il cielo è attraversato da nubi trascorrenti in controlume e costituisce metà del campo visivo. Nel modello seicentesco le nuvole si allontanano verso l'orizzonte, diversamente da quello ottocentesco dove avanzano verso il riguardante. Tra le due opere di Roma e Cleveland intercorrono differenze di qualità, anzitutto riguardanti manca l'unità di scena, quella narrativa che lega i soggetti fra loro e quella tecnica nell'impiego del chiaroscuro e nell'arte del comporre. Anche i dettagli si differenziano. Il Wijnants si distingue per l'esuberanza inimitabile con la quale restituisce i particolari dei vegetali: i guizzi di virtuosismo sono apprezzabili nei dettagli dei tronchi e del fogliame.
Nel secolo d'oro l'Olanda rappresentava nei suoi paesaggi con quelle tipiche terre piatte una sorta di soggetto-simbolo della tempra morale del nuovo popolo eletto nel quale quella nazione si riconosceva. La stessa contendeva le sue terre con le acque del mare tramite opere di bonifica e strenuamente le difendeva dalle mire della Spagna di Filippo II. Nel Seicento i Paesi Bassi, forti di un nuovo ordinamento politico e amministrativo, affermavano la loro indipendenza dal mondo cattolico romano e mediterraneo. Il loro capitalismo mercantile, improntato alla globalità, era diretto verso la rotta dell'Atlantico. L' indipendenza e la tolleranza di quella civiltà erano già stati lucidamente individuati un secolo prima da Ludovico Guicciardini, nipote di Francesco, nella Descrittione di tutti i Paesi Bassi che dedicava nel 1567 a Filippo II di Spagna.
A cura della Pinacoteca di Brera
Il restauro
Da aprile a giugno del 2022 si è svolto l'intervento di restauro conservativo del dipinto su tavola in oggetto. Il supporto è una tavoletta di quercia di 0,7 cm circa di spessore, composta da due parti ricavate da una tavola aperta a libro e giuntata con colla lungo il bordo.
Si tratta di un'opera dipinta con particolari ben definiti, pennellate precise realizzate con pennelli a punta stretta, secondo la tecnica fiamminga degli artisti del 600 olandese. Si tratta di un paesaggio campestre in cui sono inserite minute figure. Le querce ed il bosco che dominano la rappresentazione sono dipinte con particolare attenzione e caratterizzate dal fogliame vibrante. Tanta leggerezza è affidata anche al paesaggio quasi diafano, dipinto in toni azzurri, della cittadina all'orizzonte.
La pellicola pittorica è applicata su uno strato preparatorio sottile di colore chiaro. Si potrebbe trattare di uno strato di colore ad olio composto da biacca ed altri pigmenti che risulta visibile nella trasparenza di alcune pennellate in corrispondenza del cielo.
La cornice non originale, è dorata a guazzo con foglia di oro zecchino. Presenta l'applicazione di un cartiglio metallico anch'esso dorato su quale è riportata l'indicazione che siamo in presenza di una copia.
Il dipinto si presentava diviso in due parti nella zona mediana. La superficie pittorica presentava un deposito superficiale di polvere, ma in particolare appariva poco leggibile a causa di uno spesso strato di vernice ossidata e fortemente ingiallita. Sotto gli strati di vernice è evidente un cretto diffuso sulla superficie, ma più pronunciato nella metà superiore in corrispondenza delle chiome scure degli alberi, probabilmente dovuto ad un fenomeno di ritiro del colore ad olio e della vernice sovrammessa.
Erano presenti graffi, abrasioni e piccole cadute localizzate in particolare lungo i due bordi della separazione della tavola e le linee di battuta della cornice. cornice alle dimensioni della tavola ed assecondare gli eventuali movimenti del legno. Il fissaggio del dipinto nella sede della cornice è stato realizzato utilizzando linguette metalliche girevoli a molla per tavola e telaio, rivestite con neoprene nel punto di contatto con il legno, completando in tal modo il sistema "elastico" di contenimento.