Della consistente raccolta di opere conservate presso la Camera dei Deputati, merita sicuramente particolare attenzione il nucleo legato all'"arte contemporanea" che narra una storia peculiare in merito alla sua costituzione e che prende le mosse intorno alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso.
Se negli anni precedenti la Camera aveva proceduto esclusivamente con qualche acquisto isolato, in particolare presso le importanti rassegne nazionali quali le celebri Quadriennali d'arte, la questione di dotarsi di acquisizioni più costanti e, soprattutto, rispondenti a criteri coerenti, si faceva sempre più stringente, anche in considerazione della diminuzione della pratica del deposito temporaneo da parte di musei e collezioni pubbliche. Il tema degli acquisti di opere appartenenti alla produzione contemporanea non poteva che suscitare interrogativi e configurarsi come un compito delicato e passibile di critiche. La decisione, pertanto, di dotarsi di una Commissione che includesse degli esperti in materia sembrò una soluzione percorribile e ottimale.
Le prime richieste in tal senso vennero manifestate nel 1965 quando si delineò il principio che "la qualità non [fosse] mai sacrificata alla quantità", pur nella consapevolezza che la finalità cardine delle nuove acquisizioni fosse legata alle primarie esigenze di arredo degli spazi istituzionali, dove le nuove opere si sarebbero dovute comunque confrontare con "maestri quali il Bernini, il Fontana, il Basile" che si ponevano "come naturali supporti". Nel 1966 si procedette, pertanto, con la costituzione della Commissione che, oltre ai membri interni alla Camera, prevedeva la presenza di Marcello Venturoli e Giuliano Briganti (e Franco Borsi per la sezione architettura). Le linee guida che vennero delineate per la valutazione dei possibili acquisti dovevano certamente tener conto della qualità artistica intrinseca delle opere e del contesto nel quale sarebbero confluite, oltre alla necessità di privilegiare un criterio di "leggibilità" e comprensione delle stesse.
L'ambizione era comunque alta e perfettamente rispondente alla missione istituzionale dell'organo che l'aveva promossa: "realizzare un'antologia completa e comunque rappresentativa dell'arte nazionale".
Le opere selezionate per questa piccola esposizione vennero tutte acquisite nel 1967, insieme a numerose altre, nel pieno dell'attività della Commissione suddetta e concretizzano appieno quelli che erano stati i criteri individuati dalla Commissione per offrire uno sguardo ampio sulla produzione italiana tenendo presente quelli che erano gli artisti di spicco del nostro panorama artistico nazionale.
A cura della Soprintendenza Speciale di Roma, Archeologia, Belle Arti e Paesaggio