L'attività artistica di Cassinari negli anni Cinquanta e Sessanta è densa di incontri, importanti commissioni pubbliche e acquisti presso collezioni e musei, partecipazioni a mostre e rilevanti rassegne internazionali. Oltre alle numerose personali, l'artista si immerge nelle Biennali di Venezia, nelle Quadriennali, nelle Documenta di Kassel. Sono gli anni della sua piena maturità e di una vasta produzione pittorica. Un'inclinazione che non tenderà mai, come sottolinea lo stesso artista, verso una pittura "astratta" poiché trae la sua origine dalla realtà delle cose, dalla loro presenza e dalle sensazioni che da esse sprigionano. I suoi temi, da sempre legati alla rappresentazione della figura umana e della natura, sono messi in vibrazione, negli anni Cinquanta, da colori accesi, ritmati e animati da una sostanza lirica che investe l'intera composizione.
A partire dal decennio successivo si percepisce nelle sue opere un cambiamento nel trattamento della composizione e della stesura cromatica: le campiture di colore non sono più nette e le forme tendono a inasprirsi; la matrice espressionista, un ricordo della sua adesione a Corrente, ritorna prepotente nelle sue creazioni e si concretizza nelle pennellate più mosse e animate in un crescendo di colori stridenti ed evocativi. Nel 1962 Cassinari, insieme a Ernesto Treccani, riapre il suo studio a Gropparello, luogo denso di suggestioni e ricordi dell'infanzia, ed è qui che, a contatto con il suo passato, inizia una fase nuova della sua produzione. La natura circostante si fa tutt'uno con la memoria della stessa e si trasfigura in immagini fiabesche, visionarie dove l'emozione del ricordo e la percezione del presente sono confuse e distese sulla tela tramite le qualità espressioniste delle pennellate. Cassinari si immerge in una natura fantastica dalla quale emergono pochi temi ricorrenti, quasi ossessivi: le figure femminili, i fienili, i girasoli, la pecora, il gallo. Se la presenza della pecora può ancora essere un omaggio a Picasso, che Cassinari incontrò ad Antibes dove si era trasferito dal 1949 al 1952, il gallo, protagonista del dipinto acquisito dalla Camera dei deputati, si mostra come un simbolo esplicito della vitalità e dell'energia della natura, ricorrendo spesso in pittura e nelle sculture dell'artista dei primi anni Sessanta. Su tutto domina incontrastato il colore a concretizzare la potenza vitalistica della natura cui l'artista sente di partecipare sensualmente ed affettivamente.
A cura della Soprintendenza Speciale di Roma, Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
Bibliografia
C. Pirovano, Cassinari, Milano 1969
G. Anzani, Cassinari, Milano 1984
Cassinari, Milano 1986
C. Pirovano, a cura di, Camera dei deputati. Opere d'arte moderna e contemporanea. Pittura e scultura, Milano 2006, n. 110, p. 99; p. 159