Dopo le prime importanti esposizioni presso il III e IV Premio Bergamo (1941 e 1942) e le due edizioni della Biennale di Venezia del 1948 e del 1950, nel dopoguerra Tettamanti si unisce al gruppo milanese Borgonuovo 15, creato intorno all'omonima Galleria diretta da Giovanni Fumagalli, il "Fuma", come era soprannominato dagli artisti. La galleria milanese è un centro di raccordo fondamentale per le vicende culturali e politiche della città e fulcro di confronto critico all'interno del dibattito sulla nascita e affermazione della corrente realista.
In questo ambiente matura la peculiare poetica di Tettamanti che lo porterà, a partire dal 1950, a partecipare al Premio Suzzara. Inaugurato nel 1948, per volontà comune di Dino Villani e Cesare Zavattini, il Premio Suzzara era stato concepito sulla convinzione della necessità di allargare il pubblico destinatario dell'arte: la giuria, infatti, inglobava al suo interno commissari di estrazione sociale diversa, appartenenti alla classe operaia, al mondo contadino e all'ambiente impiegatizio. Diversificare le attese e dare vita a un incontro tra popolo e artisti erano gli obiettivi: i vincitori ricevevano importi in denaro ma anche prodotti della terra e le opere premiate entravano a far parte della collezione comunale. Nel corso degli anni molti noti artisti hanno partecipato a questa iniziativa; tra gli altri, Carrà, Vedova, Baj, Guttuso; Tettamanti vi espone diverse volte, risultando vincitore nel 1955, con il dipinto Operai a Milano. I temi affrontati hanno un dichiarato intento sociale: sono ispirati al mondo del lavoro, braccianti, operai, periferie urbane con i loro caratteristici panorami.
Paesaggio industriale rientra perfettamente in questa produzione: Tettamanti racconta Milano, e il quartiere della Bovisa in particolare, in un momento di decisivo cambiamento, durante il quale il paesaggio trasforma radicalmente i suoi connotati. I nuovi simboli che individuano il territorio diventano le ciminiere, le fabbriche, i capannoni industriali. E queste nuove emergenze urbane narrano di cambiamenti storici e sociali: il lavoro operaio, la ricostruzione, le nuove istanze sociali. Il quartiere della Bovisa, cui l'artista dedica la gran parte della sua produzione, viene stravolto: al confine tra città e campagna, il panorama è segnato dall'apparizione silente dei nuovi profili che Tettamanti descrive con nitidezza e sobrietà, creando delle visioni quasi metafisiche, immobili, realistiche e al contempo liriche. Prive di enfasi espressionista ma estremamente sobrie, queste immagini sono la testimonianza più profonda dei mutamenti in atto e di un sentimento di condivisione che lega il pittore alla sua terra e alle sue vicende sociali, divenendo la più alta manifestazione del suo profondo impegno civile.
a cura della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma
Bibliografia
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