Esponente di spicco della Scuola di Piazza del Popolo con Angeli, Festa, Schifano, Giosetta Fioroni è un'artista che da sempre ha amato sperimentare diversi linguaggi e diverse tecniche, ha frequentato le gallerie più vivaci, lavorato sugli immaginari collettivi e personali, rielaborando le figure e i simboli della storia dell'arte come della cultura e della società. A partire dagli anni settanta, la ricerca di Fioroni si concentra sul tema della fiaba e delle letture dell'infanzia che l'artista va riscoprendo. A questo nuovo immaginario fa seguito la creazione di una serie di pastelli dedicati agli affreschi realizzati dal pittore veneziano Tiepolo e che nascono "da un sentimento, una specie di sogno letterario, raccontato nell'unico modo a me possibile: quello della pittura" (Franchi, in Giosetta Fioroni, p. 14).
Il rapporto con la città di Venezia non è solo legato a questa fase della sua produzione ma emerge costantemente nel corso degli anni. Il tema della laguna è affrontato diverse volte dall'artista, come in Laguna del 1960: nella mostra tenutasi presso La Tartaruga nel 1961, Fioroni presenta alcuni dipinti la cui valenza monocroma è assegnata all'argento, diversificandosi dai bianchi o dai neri frequentati da Burri, Fontana, Twombly. La scelta della tonalità argentea da un lato si connette rapidamente ai nuovi colori industriali ma d'altra parte evoca la sua natura di metallo prezioso "depositario di più misteriose qualità, siderale. L'argento attiene all'ombra e al fascino femminile. Ma è associato anche alle proprietà mobili del mercurio e "possiede l'argento vivo" si dice di chi mostra una vitalità eccezionale, mai aggressiva" (Lancioni, p. 14). Così come in Venice, l'argento si distende sull'intera superficie, lasciando trasparire a tratti alcune tracce di colori sottostanti, stesi in modo disomogeneo con le pennellate a vista, in un gioco di schermi e svelamenti.
Esattamente dieci anni dopo, il tema della laguna ritorna nella produzione di Fioroni, in un impianto completamente diverso: sempre a La Tartaruga l'artista concepisce una proiezione sulla tela, trasformando l'atto pittorico in una visione metafisica. L'artista espone i Passaggi di luce (presentati nella celebre esposizione Vitalità del negativo, 1970), nei quali il profilo della città di Venezia si fa sintesi lineare e punto di luce, e, tramite una contaminazione di pittura e proiezioni luminose, crea lo spazio.
Il dipinto Venice esibisce la stessa silhouette e si rivela erede di questo percorso e di queste esperienze: il profilo di Venezia appare come "lattiginosa veduta della laguna con il lontano skyline della città incantata, divenuta una traccia nera, immagine realistica di una emozione veneziana in un giorno di maltempo e di acqua alta" (Sgarbi, in Giosetta Fioroni, p. 9). L'opera è stata donata a seguito dell'esposizione Dì al tempo di tornare promossa dal Comitato per la tutela del patrimonio artistico e architettonico della Camera dei Deputati nel 2001. La mostra faceva parte di un ciclo di manifestazioni dedicato a vari artisti che avevano partecipato alla XIII Esposizione Quadriennale d'Arte di Roma (1998-99), tra i quali Giosetta Fioroni che, in quell'occasione, aveva esposto l'opera Nietzsche haus 1998. Il titolo dell'esposizione è tratto da un verso del Riccardo II di W. Shakespeare legando le opere selezionate "al primato del cuore e al dominio della nostalgia" (Sgarbi, in Giosetta Fioroni, p. 8) e sottolineandone la dimensione intimistica.
a cura della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma
Bibliografia essenziale:
Giosetta Fioroni. Dì al tempo di tornare, catalogo della mostra, Roma, Camera dei Deputati, Roma, 19 gennaio - 8 febbraio 2001, p. 29, Salerno 2000
D. Lancioni, F. Pirani, L. Ungaro, La beltà. Giosetta Fioroni. Opere dal 1963 al 2003, 2003
V. Rivosecchi, Arte a Montecitorio. Mostra di dipinti e sculture conservati nei palazzi della Camera, catalogo della mostra Roma, Palazzo di Montecitorio 26 dicembre 1994 - 26 febbraio 1995), Roma 1994, n. 70, p. 83
C. Pirovano, a cura di, Camera dei deputati. Opere d'arte moderna e contemporanea. Pittura e scultura, Milano 2006, n. 145, p. 125; p. 180
G. Celant, Giosetta Fioroni, Milano 2009, p. 286 (datato 1987)