olio su tavola
63 x 48 cm
Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini
inv. 888
Iscrizione, in alto: "MAGDALENA MAGNI LAVRENTII MEDICES FILIA FRANC: CYBO VXOR. AN: MCCCCLXXXVII"
La tavola - proveniente dalla raccolta Torlonia, dove aveva un'attribuzione ad Alessandro Allori - è una copia cinquecentesca di un più antico ritratto ascrivibile probabilmente a Domenico Ghirlandaio, come suggeriscono l'impostazione compositiva nonché l'iscrizione, e come rilevato già dal Berenson, che ricordava l'opera, appunto come copia, ancora nella collezione romana. Dell'originale quattrocentesco il dipinto Barberini riprende intenzionalmente e per quanto possibile il caratteristico andamento calligrafico e quasi araldico del profilo: il meticoloso disegno della tipica, ricercata acconciatura; la foggia e i dettagli dell'abito; la neutra collocazione spaziale su cui la figura si staglia nettamente. L'iscrizione in alto consente di riconoscere nell'effigiata Maddalena de' Medici (1473-1519), figlia di Lorenzo il Magnifico, e sposa di Francesco (o Franceschetto, come era pure popolarmente noto) Cybo, figlio del papa Innocenzo VIII. L'esplicita indicazione della data, 1487, lascia poi pensare che l'occasione del ritratto siano state appunto le nozze tra la giovanissima Medici, allora appena quattordicenne, e l'assai più maturo Francesco (che ne aveva trentotto), stipulate per procura nel febbraio di quell'anno, anche se celebrate solennemente a Roma solo nel gennaio del 1488.
Il matrimonio era stato dettato più che altro da ragioni di opportunità politica, alla quale il Magnifico si era in certo modo piegato non del tutto volentieri, ma certo per favorire la carriera curiale dell'altro figlio e fratello di Maddalena, Giovanni. Scelta in effetti lungimirante - dato che questi sarebbe poi asceso al soglio pontificio con il nome di Leone X - sebbene non senza qualche apprensione, anche per la non troppo lusinghiera reputazione di Franceschetto, che aveva appunto fama di condurre una vita dai costumi non proprio specchiati. In ogni caso, dal loro matrimonio nacquero otto figli, tra i quali Innocenzo, che ricevette poi il cappello cardinalizio dallo zio Leone X.
Non sappiamo quale fosse la precisa destinazione materiale e funzionale del ritratto di Maddalena, né conosciamo la sua originaria collocazione, ma la realizzazione di una copia tardiva può essere un indice significativo dell'importanza che l'effige rivestiva, ancora nel XVI secolo, per i suoi committenti.
A cura di: Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini
Bibliografia
B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Florentine School, I, London 1963, p. 76.
L. Staffetti, Il cardinale Innocenzo Cybo, Firenze 1894, p. 5
Galleria Nazionale: Palazzo Barberini. I dipinti. Catalogo sistematico, a c. di L. Mochi Onori e R. Vodret, Roma 2008, p. 429.