ultimo quarto del XVI secolo
olio su tavola
88 x 71 cm
Firenze, Gallerie degli Uffizi, in deposito temporaneo alla Camera dei Deputati dal 24/04/1926
Inv. 1890/ 5150
Il ritratto di Cosimo I (1519 - 1574), figlio di Maria Salviati e Giovanni dalle Bande Nere, Duca e poi Granduca di Firenze, deriva da un prototipo di Agnolo Bronzino.
Questi, celebre ritrattista della corte medicea, di fatto aveva consacrato con la sua pittura l'immagine ufficiale del principe, specialmente con il Ritratto in armatura (inv. Depositi, n. 28) oggi esposto nelle sale del Cinquecento toscano agli Uffizi insieme ad altri celebri ritratti di mano del pittore.
Cosimo aveva appena diciassette anni, quando in armi marciò dal Mugello, dove era rimasto a vivere, su Firenze per la riconquista della città al potere mediceo. Aveva sposato, a diciannove anni, la figlia secondogenita del Viceré di Napoli, Eleonora di Toledo, morta poi giovane nel 1562 dopo aver perso poco prima i due figli Giovanni e Garcia.
L'insediamento al potere di Cosimo comportò una lotta molto serrata contro i suoi nemici, interni ed esterni; di fatto egli istituì un regime di tipo autoritario che comportò uno svuotamento totale dei poteri in capo alle varie magistrature fiorentine che riunì sotto il suo controllo dentro il palazzo (oggi sede degli Uffizi) che commissionò a Giorgio Vasari, suo architetto di corte.
In questo ritratto Cosimo I è raffigurato a mezza figura, di tre quarti, volto verso sinistra, in età già matura, con veste scura, colletto rigido bianco ricamato a losanghe e con al collo la grande catena con l'emblema dell'ordine del Toson d'oro, onorificenza che gli fu conferita nel 1546. Il braccio sinistro è proteso in avanti nell'atto di reggere un fazzoletto bianco.
Il ritratto deriva da un originale perduto di Agnolo Bronzino databile al 1570 circa, come dimostra l'età ormai avanzata del Granduca. Da questo prototipo sono derivate molteplici versioni che differiscono tra loro per alcuni particolari e per le dimensioni (Langedijk 1981-1987, vol. I, pp. 419-420 e Rapino 2013, pp. 5-6). La critica individua quella più antica in un dipinto conservato in una collezione privata americana (Rapino 2013, p. 5). Questo tipo di ritratto veniva spesso replicato e utilizzato come dono diplomatico; si deve notare come le effigi di Cosimo, realizzate postume, appartengano tutte alla tipologia del nostro, si veda ad esempio quella conservata agli Uffizi con le insegne granducali (inv. 1890/ 2238), realizzata da Giovan Battista Naldini nel 1585 (Rapino 2013, p. 6).
L'espressione di Cosimo è fiera e autoritaria, specchio di quello che, si tramanda, fu realmente il suo carattere. Bruno, occhi scuri, rivolti verso lo spettatore, ha l'attitudine del guerriero.
Dopo i suoi successi militari e di fatto la conquista dell'intera Toscana, Papa Pio V lo insignì nel 1569 del titolo di Granduca di Toscana, che poté tramandare al figlio Francesco I, in favore del quale nel 1564 aveva abdicato al governo, salvo garantirsi alcuni poteri quali il diritto di nomina delle più alte cariche del regno, la corona ducale e il diritto di agire con beneplaciti in caso di decisioni delicate.
Tutti i membri di casa Medici sono stati ritratti da pittori illustri dei quali sono stati nei secoli estimatori e mecenati.
Di Bronzino si deve ricordare che fu pittore di grande valore, rappresentato nelle collezioni medicee da opere straordinarie che vanno dalla Sacra Famiglia, al ritratto celeberrimo di Eleonora di Toledo con il figlio (Inv. 1890/748) ai ritratti dei coniugi Bartolomeo Panciatichi (Inv. 1890/741) e Lucrezia Panciatichi (Inv. 1890/736) considerata una delle donne più belle del suo tempo.
A cura di: Gallerie degli Uffizi
Bibliografia
K.Langedijk, The portraits of the Medici 15th-18th centuries, Firenze 1981-1987, vol. I (1981), p. 420, n. 33e, fig. 27, 33e.
R.B.Simon, Bronzino's portraits of Cosimo I de' Medici, Columbia Univ., Diss., 1982, p. 318, cat. c18.
D. Rapino, Scheda storico critica, in Bronzino, De Chirico e altri restauri per Casa Siviero, a cura di E. Pianea, Firenze 2013, p. 5, fig. 3.